
Se dicessi che questi sono giorni speciali qui in Spagna me quedaria corta, nel senso che non renderei l’idea di quello che stiamo vivendo e sentendo in visione del 20 dicembre, giorno delle elezioni nazionali.
Chi partecipa, e chi vincerà? Pare che finalmente sia finita l’epoca del bipartitismo, poichè per la prima volta dalla morte di Franco due nuovi partiti si sono affacciati alla scena politica spagnola: Ciudadanos, un partito di ideologia centrista liderato da Albert Rivera e Podemos, partito di estrema sinistra che nasce direttamente dai movimenti degli indiñados, liderato Pablo Iglesias.
Le posizioni centriste di Ciudadanos gli permettono di trattare con tutti gli altri partiti da una posizione di forza: si sono infatti già dichiarati pronti a fare accordi con il PP sulle misure economiche, con il PSOE sulle riforme sociali, e con Podemos per la riforma elettorale.
Podemos ha come modello Tsipras, e i suoi consensi sono altalenanti, sebbene sia la sindaco di Barcellona che quella di Madrid provengono da questo movimento.
A questi due nuovi e giovanissimi movimenti (i due leader hanno entrambi meno di 37 anni) si affiancano i vecchi partiti: PP, Partido Popular di destra, attualmente al potere con Rajoy e il PSOE, Partito Socialista di Pedro Sanchez.
La partita è complessa poichè secondo gli ultimi sondaggi un’ampia fetta degli elettori si dichiara indecisa, o dice che opterà per l’astensionismo.
In una nazione dove il tasso di disoccupazione è oltre il 20% il governo di Rajoy (duramente colpito da molti casi di corruzione negli ultimi mesi) difende i suoi 4 anni di riforme, incolpando il governo precedente (Zapatero, del PSOE) di aver lasciato la Spagna in condizioni catastrofiche.
Difficilissimo dire che governo sarà, ma quel che pare scontato è che sarà indispensabile formare coalizioni.
Il primo tentativo di formare un governo esecutivo toccherà al partito con la maggioranza relativa, probabilmente il PP.
Tra le tante questioni (lavoro, corruzione, terrorismo, etc) spiccano tre grandi temi: la possibilità di cambiare la monarchia per una repubblica (ampi settori dell’opinione pubblica sarebbero favorevoli), le spinte indipendentiste (soprattutto in Cataluña) e la riforma elettorale.
Io non avendo la cittadinanza spagnola non potrò votare, ma sto cercando di usare tutte le mie armi per convincere PischiOne a cedermi il suo voto…
Ci riuscirò? Te lo racconterò lunedi mattina!
Es todo un poco más complejo de lo que se refleja.
En principio el PP tendrá la mayoría, pero necesitaría el apoyo de Ciudadanos para gobernar, aunque Ciudadanos ya ha dicho que no apoyará a nadie y a Rajoy, el lider del PP, no lo quiere nadie ni en pintura (otra expresión española 🙂
El PSOE y Podemos (aunque tiran a la izquierda, no lo calificaría “extrema izquierda” pues en el movimiento del 15M había gente de todos los ideales; e incluso Izquierda Unida, el partido de izquierdas de toda la vida, no ha querido unirse a ellos) se baraja como otra posible coalición, pero no reunirían los suficientes votos para formar gobierno.
En fin, como español espero con mucha emoción e ilusión el 20D. Veremos que pasa, pero será algo importante no solo para España, sino para toda la Unión Europea
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Provo in italiano:
È tutto un po piu difficile.
Sembra che PP sarà il primo partito, ma senza il supporto di Ciudadanos, che hanno detto di non appoggeranno, non possono fare niente. E il suo capo, Rajoy, non lo vuole nessuno.
Dopo, PSOE e Podemos, altra possibile unione, non hanno abbastanza voti per fare governo tra loro.
Vediamo, sarà una giornata molto importante non solo per Spagna, sarà importante per tutta Europa.
Podemos estremista? Perche? Non c’è una sola delle proposte fatte, delle cose dette dai sui leader che possa esser qualificata in questi termini!