
Il post di oggi lo dedico a Federica, questa cara e sconosciuta amica nostalgica di Madrid che mi ha chiesto di raccontare qualcosa sui tormentoni musicali del momento in Spagna.
Ebbene da qualche settimana a questa parte c’è una canzone che non ci dà pace e si acolta in qualsiasi bar, discoteca, negozio, supermercato e punto di ritrovo della Peniscola Isterica: ‘Ai se eu te pego’ del brasiliano Michel Teló.
La canzone è ovviamente terribile (come tutti i tormentoni musicali) ma la cosa più inquietante è che nonostante nessuno la trovi bella tutti la cantano!! Perché???? È un po’ quello come il fenomeno delle Hogan in Italia, che fanno schifo ma le hanno tutti!
Comunque tornando a ‘Ai se eu te pego’ questo Michel qui è un tipo piuttosto pragmatico, che lascia poco spazio alla poesia.
Infatti la canzone (che è in portoghese) in spagnolo sarebbe “¡Ahi Si Yo Te Agarro!”cioè “Ahi se ti afferro!”, ovviamente sotto un profilo sessuale.
Il testo giudicalo tu:
Wow, wow!
Así tu me matas!
Ahí si te agarro, ahí ahí si te agarro!
Deliciosa, deliciosa!
Así tu me matas!
Ahí si te agarro, ahí ahí si te agarro!
Sábado en la disco!
Todos empezaron a bailar!
Y pasó la nena más linda!
Y con coraje empecé a hablar!
Wow, wow!
Así tu me matas!
Ahí si te agarro, ahí ahí si te agarro!
Deliciosa, deliciosa!
Así tu me matas!
Ahí si te agarro, ahí ahí si te agarro!
Sábado en la disco!
Todos empezaron a bailar!
Y pasó la nena más linda!
Y con coraje empecé a hablar!
Wow, wow!
Así tu me matas!
Ahí si te agarro, ahí ahí si te agarro!
Deliciosa, deliciosa!
Así tu me matas!
Ahí si te agarro, ahí ahí si te agarro!
Cioè la storia narra del romantico Michel che un sabato va in discoteca e tutti iniziano a ballare, e all’improvviso lui vede la nena más linda (ragazza più bella) e si fa coraggio e inizia a parlare. Dicendo cosa? Non si sa, ma quello che lui desidera è agarrarla!
Michè tu a Montale gli fai ‘na pippa!
Se non vuoi cercare voli aerei per Madrid puoi ricreare l’hambient spagnolo a casa tua e ascoltare quasta canzone come un vero gato madrileño facendo queste piccole cose:
- –
- ricoprire il pavimento della stanza di pezzi di cibo e fazzolettini sporchi
- –
- creare penombra
- –
- creare molta confusione chiedendo a tutti i membri della famiglia di urlare qualcosa contemporaneamente (ognuno una cosa diversa, ovviamente!) e/o accendendo la tv, la radio e facendo squillare il cellulare
- –
- friggere qualcosa in cucina lasciando le porte aperte e le finestra ben chiuse: che la puzza di fritto ti assalga, amico!
Con questi 4 fattori (sporco-buio-chiasso-puzza) avrai riprodotto l’hambient iberico perfetto: adesso è giunto il momento di ascoltare ‘Ai se eu te pego’ alzando il volume a palla, facendo cadere birra e cibo e muovendo il bacino simulando un amplesso:
¡esta es españa amigo!
VOTAMIIII! VIVERE A MADRID, il penultimo della pagina, il primo nel tuo cuore, yeah!
orribile davvero…
AHAHAHAHAHAHH!!!!! Chechi i tuoi post sono mitici come sempre!!!!
Chechi!!
Innanzitutto grazie per la dedica..sei stata carinissima ad accogliere la mia richiesta!
Escluso l’hambient tipicamente spagnolo da te descritto, purtroppo anche in Italia siamo stati assaliti da questo martellante motivetto, pregno di significato!
Attendo con ansia le prossime news musicali, sperando in qualcosa di più “profondo”..ai tempi del mio Erasmus spopolava “Ni una sola palabra” di Paolina Rubio..ma dove sono finiti i buon Manà, Melendi, David Bisbal, Alejandro Sanz e chi ne ha più ne metta??
madonna mia, non ho parole… le più belle le ha usate lui…
Chechi, ma guarda che questo non e’ un tormentone spagnolo, e’ una vera e propria tortura a livello mondiale!
Attendiamo fiduciose qualche perla su Amaral, Bebe, Melendi,…!!!
Io che ascolto musica rock son tornata in Italia che cantavo a squarciagola canzoni sdolcinate spagnole stile laura pausini.. contagiose come una malattia! argh…
Un besito
A dicembre ebbi modo di confermare che quello che giá era un virus in Portogallo da qualche settimana, si stava propagando anche in terra spagnola. Ebbene cara a me questa versione qua http://www.vitadimamma.blogspot.com/2011/12/ai-sou-eu-que-pago.html
dedicata alla signora Merkel fa morire dal ridere! E cavoli come ho bisogno di ridere io!